Verdicchio, Montepulciano e Lacrima
La ricchezza delle Marche non risiede solo nella bellezza dei suoi paesaggi e nel suo patrimonio storico-artistico, ma anche nei suoi vini, un vero e proprio tesoro italiano! Le dolci colline marchigiane ospitano coltivazioni a vite sin dall’antichità, basti pensare che a impiantare i primi vitigni furono i Greci di Siracusa…
Una storia millenaria che prosegue: oggi sono tantissimi i vini marchigiani d’eccellenza, così come le Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG) e le Denominazioni di Origine Controllata (DOC).
Degli oltre 200 vitigni con cui viene prodotto il vino nelle Marche, ecco una selezione dei più rappresentativi.
VERDICCHIO
Il più coltivato, il più conosciuto… una vera e propria icona delle Marche!
Da questo vitigno si ottiene l’omonimo vino bianco. Il suo nome deriva dal colore degli acini d’uva, che conservano bellissime sfumature verdi anche quando maturano.
Siamo di fronte a uno di quei casi in cui c’è un legame speciale tra un’uva e il suo territorio: le caratteristiche del verdicchio sono particolarmente legate al suo luogo d’origine. Il potassio presente nei terreni limosi-argillosi e calcarei delle Marche è infatti il responsabile dei raffinati aromi del vino, mentre dalla brezza marina e dall’escursione termica tra giorno e notte deriva la sua spiccata acidità.
Lontano dalla sua terra il vitigno perde a forza!
Le versioni più pregiate di Verdicchio son il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Verdicchio di Matelica, prodotti nelle omonime zone delle Marche.
MONTEPULCIANO E SANGIOVESE
Il vitigno Montepulciano dà vita a vini rossi molto corposi, tannici e speziati, particolarmente votati all’invecchiamento. La sua origine è incerta e spesso nel passato lo si è confuso con il Sangiovese, anch’esso a bacca nera. Questi due vitigni nelle Marche spesso non vengono vinificati in purezza: il Sangiovese viene usato come complementare al Montepulciano, per conferire maggiore equilibrio e freschezza. Ne derivano due dei più famosi vini marchigiani: il Rosso Conero DOCG e il Rosso Piceno DOC.
LACRIMA DI MORRO D’ALBA
Autoctono delle Marche, coltivato soprattutto a Morro D’Alba, in provincia di Ancona, ha una bacca rossa semi-aromatica. Ma perché un nome così caratteristico? La buccia degli acini d’uva è talmente fragile da poter subire piccole rotture che causano la fuoriuscita di piccole goccioline di succo, appunto lacrime.
Sono rossi immediati, poco tannici, molto versatili nell’abbinamento gastronomico.
I vini marchigiani sono tantissimi e meritano tutti di essere degustati: passerina, pecorino, biancame, ciliegiolo, malvasia, vernaccia… Non resta che provarli, magari accompagnati dai piatti della tradizione marchigiani, meglio ancora se in una delle tante cantine locali di pregio!